La fenice

Radice dell'anima
Che rinasce dal fuoco,

Che spalanca le ali
E si rialza col vento.

Luce degli occhi
Che guarda oltre il tempo,
Che risorge alla vita
Inseguendone il senso.

Forza sapiente

Che conosce il silenzio,

Come scoglio sul mare

Che resiste alle onde.

 

Fascino segreto

Che conquista il presente,

Potere delle mani

Che seduce la mente.


 

Estraneo

Visibilità ridotta
Lungo la strada
Che porta
Ad un ignoto dove.

È semplicemente
Inverno,
È semplicemente
Nebbia e gelo,
È semplicemente
Niente.

Percorro indifferente
Questo senso di vuoto,
Mentre riecheggia
Solo la mia voce
Tra le pareti
Che segnano
In qualche punto
Il limite della vita.

Anche i ricordi
Sono sfuggiti
E col tempo divenuti
Pressoché
Impercettibili.

Chissà come sarà
Quando non ne avremo più,
Quando parleremo
Solo con un sorriso,
Quando forse, a volte,
Vagamente,
Ci tornerà agli occhi,
Il senso di un viso.

Immagini riflesse,
Distorte,
E poi sole, poi vento
E poi nubi.
E poi di nuovo niente.

Chissà se mai qualcuno
Ci verrà a prendere,
Chissà se ha senso
Ancora attendere,
O lasciare che questa nebbia
Si prenda la nostra mente.

 


 

Gocce d'argento

La pioggia picchia
Su quella piccola
Finestra bianca
Aperta sugli occhi.

Gocce d'argento
Scivolano sul vetro
Sciogliendo I colori
Che dipingono la sera.

Attimi frenetici
Tra le voci sui marciapiedi,
S'intrecciano
Nella fretta che rimane
In questi giorni
Imbiancati di magia.

Una candela rossa
Accesa sul davanzale
Mi riporta il sapore
D'una vecchia allegria.

Ed io percorro a ritroso
Antiche stanze
Decorate d'armonia
Come le note di un violino
Rincorrono lo spartito
D'una sinfonia.

 


 

Il tram di Lisbona

Non accettava sconti
L'uomo col cappello
Ne tanto meno elemosine.

Portava con fatica
Il peso sulle sue gambe
Che muoveva a piccoli passi
Strisciando le suole
Sul selciato di piccoli sassi.

Aveva bisogno di sedersi
Di tanto in tanto
Per azzittire il dolore
E farlo riaddormentare
Quasi fosse un bimbo
Da proteggere col calore.

Ad ore regolari
Si portava alla bocca
Una pillola gialla
Per riaccendere l'illusione,
Per tornare a vivere
Senza percepire,
Per un po',
Il senso della fatica
E di quel dolore.

A chi gli chiedeva
Come stasse
Lui rispondeva
Con un sorriso
Colmo di fervore:
"Sto abbastanza bene,
E faccio lo stesso
Tante cose",
Sorvolando sempre
Sul peso della fatica
E di quel dolore.

Ma si accorse
Dopo tempo
Di vivere in una prigione
Fatta di silenzi e di sorrisi
Che gli oscuravano la realtà
Della sua condizione.

"Non voglio compassione"
Urlò una mattina
Alla sua faccia riflessa
Sullo specchio
Intransigente della ragione.

"Regalatemi solo verità,
Ho già troppi vizi
Per colpa delle illusioni!
State tranquilli,
Amo lo stesso la vita
Nonostante la mia condizione,
Ed amo le persone
E farò ancora tante cose
Che siano case, parole
O canzoni."

S'infilò l'impermeabile
Si mise il cappello
E perdendosi nei pensieri
Riaprí nella sua mente
La porta ai sogni ed alle illusioni.

Fumando un sigaro
S'incamminò
Verso la fermata del tram 28,
Strisciando i piedi
E contando i sassi bianchi
Con la punta dell'ombrello.

 


 

Acciaio

Riflessi metallici
D'una lama lucida
Incontrano l'immagine
Del tuo sguardo.

L'enigma regna
Sul fondo degli occhi
E brilla di luce nera.

Parole taglienti
Scorrono dalle tue labbra...
Hai dimenticato i tuoi sogni
O li hai lasciati addormentare?

Ho regalato il mio cuore
A chi non conosceva l'amore,
Ho sfidato la furia del vento,
Ho tagliato con l'acciao
Il tuo filo d'argento.

E ti cerco, ti cerco
In ogni stanza
Della mia mente,
Ti cerco e sento il tuo grido
Strappare i cardini
E sfondare le porte d'acciaio
Serrate sul presente

 


 

Primo sole

Sfumature di luce...
Il finire del sentiero
Sul declino della notte.

Sarà un giorno di vento...
Già frusciano i rami
Nel silenzio profondo
Che veglia sui sogni
Prima dell'alba.

E poi..... il viola
Che diviene rosa
Ed il rosa.... arancio.

La notte svanisce
All'improvviso
Come svanice la nebbia
Al primo alito di vento.

Ed ecco la luce
Conquistare il cielo,
Accendere gli occhi,
Dissolvere i pensieri.

È solo tempo,
Sono solo attimi
O solo movimento,
Spazio percorso,
Energia che si trasforma,
Scatto di lancette,
Impercettibile.

Spunta il sole
Dal filo frastagliato e scuro
Dei tetti e dei campanili.

Ombre in controluce
Eco di rumori, odore di caffè:
Mattino.

 

 


 

Caletta

Brezza di mare
Leggerissima
Come una carezza morbida,
Mi sfiora lo sguardo
Assorto sulla baia
Colorata d'azzurro
E di verde.

Sono seduto
All'ombra
Sugli scalini di una scesa,
Avvolto nella solitudine
Delle voci del mattino.

Tra me ed il mare
Qualche fila d'ombrelloni
Rossi e gialli
Di tela sbiadita dal sole,
Una steccionata
Che limita il lungomare,
Nel profilo che segue
Il disegno
Frastagliato delle cale.

Fino alla punta
Dove cambia
La natura rocciosa
Degli scogli,
Dove finiscono
I miei pensieri distanti
E deposti
Nel fondo del fondo
Dello smeraldo,
Nello stesso mare
Che oggi sembra cambiare,
Quasi mi chiedesse
D'aspettare...

 


 

La memoria delle cose immutabili


Guardo quell 'albero, 
Il solo ad ombreggiare
Un ritaglio d' orizzonte. 

Guardo oltre quel monte,
Il cupo della macchia
Che ricopre la fonte. 

Ascolto I suoni della vita
Oltre il silenzio della mente,
Nel deserto che circonda
La memoria immutabile
Delle cose. 

Rimane l'ombra
Dei miei pensieri
Impigliata sulla rete, 

Come la patina 
D'un passato
Che lentamente sbiadisce,

Come fiore d'un tempo
Che giorno dopo giorno
Sfiorisce, 

Come lama 
Di un lontano ricordo 
Che oramai ferisce. 

 


Volo di farfalla

Dipinge scie
Di primavera 
Sul tepore inatteso
Di febbraio. 

Traiettorie d'armonia
Ebbre di freschezza
Rapiscono gli occhi
Per piccoli attimi
D'eterna bellezza. 

Una pennellata gialla
D'ali di farfalla
Nell'azzurro del cielo
Interrompe lo scorrere
Dei pensieri. 

Come a schiudere
Le porte dell'averno
Liberando i colori 
Dal giogo dell'inverno. 


L'argine della memoria

 

S'accende sul mio viso

Il sole del mattino

Tra vasi di fiori

Che cospargono

Al  vento

Un ventaglio di colori. 

 

Ascolto

Mute parole

Nel silenzio

Interrotto, a tratti, 

Dal frusciare

Dei rami. 

 

Immagini

D'un altro mondo 

Sorridono ricordi

D'una stessa essenza, 

Quasi a coglierne

Una fluida presenza. 

 

Il  violino risuona

Nel teatro della fantasia. 

 

Dove sono

Le vostre voci, 

Le vostre carezze, 

L'insieme che fu

Delle certezze?

 

Qual è il senso 

Della nostra storia?

 

Siamo come torrenti

Dopo un temporale, 

Prima  impetuosi

E travolgenti, 

Ora aridi ed assenti, 

Incuranti di quanto

Sia fragile, 

Lungo il filo del tempo, 

L'argine della memoria. 

 


 

Io so amare

 

Io so amare

Con le parole,

Questo so fare.

 

Io so giocare

Alle illusioni,

So ritagliare stelle d'oro

In fondo al cuore.

 

Io so abbeverarmi

Nel deserto della solitudine,

So colorare

Il silenzio dei pensieri.

 

Io so condurre

La fila dei miei giorni

Camminando

Sul crinale della notte.

 

E so immaginare

La prima sfumatura

Dell'aurora

Oltre l'ultima scia

Del crepuscolo,

 

Percorrendo

Quel sentiero

Che conduce

Da dove del giorno

Si scorge

La prima luce.


Punta Righini

 

Lontani pomeriggi

Dispersi negli anni

Colmi di fantasmi

D'odierne assenze,

Relitti nell'anima,

Eterne presenze.

 

Guardo il mare

Accarezzare d'azzurro

Il nero degli scogli,

Osservo ogni dettaglio,

Ogni immagine

Riflessa sui ricordi.

 

Seduto all'ombra

Tra il verde delle siepi

Mi perdo lentamente

Sul canto delle cicale.

 

Lascio fuggire

Ogni consumato pensiero,

Muovendo i miei passi

Oltre la fine del lungomare.

 

Una barca doppia la punta

Sul vento di maestrale:

Oltre il silenzio delle rocce

Mi fermo, a guardare il mare.


Oltre la frontiera della mente

 

Attendo i tuoi passi

Nel silenzio delle stanze

Tra la luce che filtra

Dalle persiane chiuse.

 

E poi i tuoi occhi

Che si accendono all'improvviso

Di quel mistero

Che mi sconvolge i pensieri.

 

Ed io mi perdo

Negli attimi che scorrono

Oltre l'abbandono

Su queste scarpe nere.

 

Ora mi prendi

Nel tuo paradiso

E con la mano mi afferri

Con decisione il viso.

 

E così siamo ogni cosa

Tra le ombre del presente

Siamo un'aquila, 

Un airone che vola

Oltre la frontiera della mente.


Il germoglio

 

Spuntò da terre aride

Colme di solitudine

E di quel silenzio

Che devasta l'anima,

Crescendo tra la serenità

Di piccoli momenti

Vissuti sul far della sera.

 

Fu spazzato via

All'improvviso

Dal turbine della passione,

Annegando 

Nell'oceano devastante

Del dolore.

 

Ma il germoglio

Rinacque seme,

Ed accarezzato da un sorriso,

Volò oltre

Il valico della tristezza.

 

Sul filo lieve

Di quella brezza

Si radicò su terre fertili

E crebbe con la premura

Di pensieri limpidi.

 

Divenne cespuglio

E poi albero

E poi macchia

E poi bosco,

 

Sconfisse il vento

E la furia della tempesta,

Sorrise alla pioggia

E quando nacque il sole

Si risvegliò foresta.


Rosa bianca

 

Cara amica

Ti porgo questa rosa

Per chiederti scusa.

 

Per aver spento

Col mio delirio

La luce sul tuo viso.

 

Per aver confuso

Col le parole

Il senso delle cose.

 

Per aver frantumato

Col tumulto dell'amore

Quel cristallo

Che ti avvolgeva il dolore.

 

Ed ora tra le lacrime

Guardo le mie mani

E vorrei lacerarmi il viso,

Gettarmi nel fuoco dell'inferno

Per donarti il paradiso.


Ogni giorno

 

Aspetterò ogni giorno

Il tuo ritorno

Lungo il ponte della sera

Per donarti il mio sorriso

Dipinto con i colori

Della primavera.

 

Da lontano

Vedrò il tuo passo 

Scandire 

Il senso della strada,

Vedrò la polvere

Riempire le tue tasche

Di mille sogni 

Da condividere.

 

Avremo giorni di sole

E nuvole di pioggia,

Avremo vento e neve

Salite e discese,

Avremo musica

Su cui volare,

Avremo tanti progetti

Da realizzare.

 

E verranno curve

Su cui frenare

E lunghi rettilinei

Per accelerare.

 

E sere d'inverno

Dove comprendere,

Come equilibristi 

Sul filo della vita,

Che anche stare insieme

Tenendosi per mano,

Semplicemente

In silenzio senza parlare,

Può essere il modo

Più profondo di capirsi

E d'amare.


Il mio amore

 

Il mio amore

È dirompente,

Il mio amore

È straripante

 

Il mio amore

È avvolgente,

Il mio amore

È asfissiante.

 

Il mio amore

Conquista la mente

Il mio amore

È sempre presente.

 

Il mio amore

Non è razionale,

Il mio amore

Non sa frenare.

 

Il mio amore

È capace di volare,

Il mio amore

Non sa calcolare.

 

Il mio amore 

Sa morire dolcemente.

 

Il mio amore

Lo è ..... 

Completamente....


Goccia d'assenzio

 

Voglio essere

Un pezzetto

Del tuo niente,

Una briciola

Del tuo pane.

 

Voglio essere

Un riflesso

Della tua mente,

Una goccia

Del tuo sudore.

 

Ho varcato

Tutte le frontiere

Arrugginite

Dal mio pudore

 

Ed ora,

Come un bimbo,

M'ubriaco

Col nettare dolce

E amaro

Del tuo sapore.

 

Ho bisogno

Di sentire

Ancora un brivido,

Respirandoti

L'odore.

 

Lasciami

Solo un fremito

Disegnato

Sul nero di questa tela,

Scegliendo

Tra le tue tasche colme

Anche solo 

Un pezzetto di colore.

 

Voglio essere

Solo un morso

Sulla tua mela:

E se dovesse far male

Versami solo

Una goccia d'assenzio

Che ne diluisca il dolore.


Senza titolo

 

So donare

Solo una carezza

Qualche piccola

Goccia di dolcezza.

 

So riempire

Solo bicchieri

Colmi di tenerezza

Per ricordare

Dell'amore antico

Il profumo della brezza.

 

So guardare

Solo gli occhi

Con un po' di saggezza

Per ritagliare con le dita

Una nuvola bianca

Colorata di leggerezza.


Sono vicino a te

 

Sono vicino a te

E ti guardo dormire

Aspettando che il mattino

S'illumini con la luce

Di un tuo sorriso.

I capelli lunghi,

Come carezze lievi,

Sfiorano il profilo morbido

Delle tue labbra.

Sono arrivato di notte

Dopo un lungo viaggio

Tra il profumo delle rose,

Con la pioggia ed il sole,

In questi giorni di maggio.


Ed ora

 

Ed ora cosa troverò

Su questa strada 

Apparentemente vuota

Con questo vento

Che soffia silenzio

Sulle cose che restano.

 

Il tempo scorre

Sulle immagini

Che tornano alla mente

Come foglie morte

Ai lati della strada.

 

Muovo i primi passi

Come un bambino

Inizia a stento 

Il suo cammino.

 

Questa volta

Senza nessuno

Che mi terrà la mano,

Senza ombrelli 

A proteggere sorrisi

Nei giorni di pioggia.


Siamo appesi

 

Siamo appesi

Ad un filo,

Un filo d'eterno.

 

Il senso

Del tempo

Vacilla

Nel senso

Delle cose

Che vanno.

 

Quanto sarà ancora

Dei giorni, delle ore, 

Dei minuti misurati

Sulla fatica

Dei tuoi respiri.

 

Quanto sarà ancora

Dei momenti

Prima del silenzio,

Prima del senso assoluto

Della mia solitudine.

 

Prima della fine

Della tua paura

Che scivola sulla fronte

Come scivola il sudore 

Tra le rughe profonde

Scavate da questa vita

Sul sentiero del dolore.


Quello che manca

 

Quello che manca

È una carezza,

Qualche piccola goccia

Di dolcezza.

 

Quello che manca

È un sorriso,

Il riflesso di una luce

Sul tuo viso.

 

Quello che manca

È un pensiero

Che plani sulla mia mente

Come un gesto

Lusinghiero.

 

Quello che manca

È una parola

Disegnata nel cielo

Come una nuvola.

 

Quello che manca

È un sorso di mistero

Che accenda la luce della fantasia

Soffiando vento in poppa

Al mio veliero.


 

New York 

 

Le tante sfumature

Sulla trama della pelle

Si sciolgono nei colori

Intrecciati da mille culture,

Come al mattino

Il profilo dei grattacieli

Si confonde

Nella nebbia grigia della baia.

 

Il vento dell'Atlantico

S'incunea nelle strade,

Percorrendo i ponti sospesi,

Portando con se

Un pizzico di silenzio

E l'antico sapore

Di storie lontane.

 

Il lungo fiume di auto gialle

Lega le ore frenetiche del giorno

Agli angoli stupefacenti 

Dipinti con le luci 

Ipnotiche della notte.

 

Verticalità vitree

Di moderna trasparenza

Si lanciano contro il cielo

Svettando sopra le facciate

Dalla pelle di mattoni.

 

Carretti fumanti

Di cibi consumati correndo

Accompagnano il ritmo

Veloce della vita,

Tra la solitudine di chi guarda

La punta dei grattacieli

Dal basso di un marciapiede.

 

Ed in questo insieme

Di colori, di sguardi, di odori

Di luci strabilianti,

In queste strade colme di vita

Ognuno tiene la sua libertà,

La sua mela rossa tra le dita.

 

Le note jazz di  una tromba

Annunciano il mattino:

Ho solo sfiorato le tue strade

Scattando qualche foto

Lungo il mio cammino.

 

Si risveglia la Brodway

Ed ognuno che vi passa

Per poco o per sempre,

Bianco, nero, giallo,

Povero o ricco che sia

Sarà solo un tuo cittadino

Che farai sognare sempre

Confondendo un po' la realtà

Mentre accendi,

Dall'Empire State Building,

Tutte le luci della fantasia.

 

NYC, lunedì 2 aprile 2018

 

 


La mia rosa sul tuo cuscino

 

Ho consumato parole

Nel vuoto del silenzio

Ho consumato i pensieri

Nel gelo dell'inverno.

 

Dopo il sudore della notte

Ho trovato la luce 

Che illumina il mattino

E dipinge di colori

Il mio piccolo giardino.

 

Ho colto la rosa con più spine

Per sentirti un po' vicino

E mentre dormivi

Ne ho sparso i petali

Sopra il bianco del tuo cuscino.


Ossessione

 

Ossessione,

Il pensiero devasta la mente

Sfasciando come un maglio

Lo specchio dell'anima.

 

Ossessione,

Il sudore che irrora la pelle

Il respiro che si pesante

Il tuo sguardo onnipresente.

 

Ossessione,

Un vicolo cieco

Un angolo buio

Un luogo astratto

Sul limite ultimo

Oltre il confine estremo

Della ragione.


 

Stelle

 

Stelle,

Frammenti di cielo

Come cristalli lucenti,

Lenti e  declinanti

Sul nero orizzonte

Dell’infinita notte

 

Stelle,

Gemelle in cielo

A  diamanti nascosti,

Perduti e dimenticati

Nell’infinito abisso

 Del nostro cuore



Evanescenza


Raccolgo un solo sguardo

Tra i tanti che regala il giorno,

Come se fosse l'unico  segno

Tra quelli inferti  dall'inverno.


Ed è uno sguardo

Che oscura gli occhi

E scivola nel cuore

Perdendosi lungo la strada

Che conduce

Al lato estremo della mente.


Raccolgo solo il tuo sguardo

Tra quelli dispersi dal vento,

L'unico che abbia un senso

Nel trascorrere evanescente

Del nostro tempo.






A cosa servono

 

A cosa servono

Queste parole

Che volano al vento,

Questi pensieri

Sussurrati allo specchio.

 

A cosa servono

Questi sguardi

Sparati negli occhi

Questa sabbia

Che sfiora i capelli.

 

A cosa servono

Questi passi

Che riempiono il vuoto

Queste notti

Trascorse insonni.

 

A cosa servono

Questi sorrisi

Affacciati sulle labbra

Questa rabbia

Che stringe le mani.

 

Appoggio la penna

Sul tavolo

Sopra queste parole

Mi alzo in piedi

E vado a bere

.....di là

 


Avrei voluto

 

Avrei voluto

Tornare bambino

Ed abbracciarti

Con tutta la tenerezza

Del mondo.

 

Avrei voluto

Starti vicino

Per sentire

Il tuo cuore

Nel profondo.

 

Avrei voluto

Accarezzare

I tuo occhi

Sotto la luce

Della luna.

 

Avrei voluto

Tenerti per mano

E sentire l'emozione

Sulla mia pelle.

 

Avrei voluto

Regalarti tanti sorrisi

Ed infilarli come perle

Nel freddo di questa notte

Illuminata dalle stelle

 


E poi arriva il tempo.

 

E poi arriva il tempo

Che porta con se il silenzio,

Un silenzio tiepido

Dove svanisce 

All'improvviso,

L'insieme delle parole.

 

Dove non ha senso

Aggiungere altri pensieri

Ai passi che vanno

Incontro alla strada.

 

Sento sul mio viso

Il calore del sole

Che asciuga la pioggia

Mentre rimane

Solo qualche pozzanghera

A ricordarci il tuono

Dell'ultimo temporale.



Perché?


Perché,

Perché non ti ho

Mai baciato?

Perché eravamo

Poco più

Che bambini....

Ed io

Più bambino

Di te......


Perché,

Perché non ti ho

Mai parlato?

Perché siamo 

Ancora bambini

E tu

Più bambina

Di me.


E se

Invece

La felicità

Fosse stata

Ad un 

Solo passo?


Chissà.....

Se abbiamo

Buttato

Il nostro tempo.


Ti parlo ora

Mentre tu dormi

Ed io sono

Accanto a te.


E quando 

Ti sveglierai

Straccia subito

Queste mie

Parole

Sussurrate

Dagli occhi

Alle mie mani.


Perché sono solo

Del vento carezze,

Piccoli fiori bianchi

Come baci sulla fronte

Del tuo domani.




Le foglie


Danzano lente

Cullate dal vento

Sui visi di novembre

Dipingendo d'autunno

Il grigio del presente.


Calpesto le foglie

Sotto le chiome 

Spoglie dei platani

Che dall'alto

Osservano

La trama nascosta

Delle loro radici.


E tutto si fa vuoto

Come confuso

Dalla nebbia fredda

Che avvolge la  luce 

Nei viali silenziosi

Del mezzogiorno.                                                  



Piccola pioggia


Cadono allegre

Piccole gocce 

Qua e là

Mentre annoiato

Leggo un libro

Sonnecchiando sul sofà.


È una musica leggera

Di note ricamate

Sul velluto morbido

Della semplicità

Che la natura ci regala

Per ricordarci

Che la vita non è solo

Una matassa ingarbugliata

Di complessità.


E allora accetto 

Il loro invito

E avvicinandomi

Alla finestra

Le tocco ad una ad una

Con un dito.


Loro mi rispondono

Con un piccolo sorriso

Continuando a suonare

Un'allegra melodia

Che un po' dispettose

Mi danzano sul viso.




L'alchimista


Gocce 

Di puro spirito

Attraversano

L'alambicco

Dell'anima.


Chiuso nelle

Stanze della memoria

Mi chino sui fogli 

Ancora bianchi.


I gesti lenti

Nell'attesa

Del silenzio

E di quella luce

Che appare 

Sul limite dei ricordi.


Conservo

L'essenza liquida 

Dei miei pensieri

Su antiche bottiglie 

Colorate

Dalle emozioni.


Verso sapientemente

Gli ingradienti segreti

Sui versi che

D'un tratto escono

Come fluidi magici

Dalle mie mani.



Cammino


Cammino solo

Sotto le nubi,

Sotto la pioggia,

Sotto questo cielo

Grigio d'autunno.


L'estate se n'è andata

Lasciando il posto

A qualche goccia

Di malinconia

Che addolcisce

I nostri pensieri.


Attendo il vento

Del prossimo inverno,

I giorni bui di novembre,

Le foglie gialle

Che ricoprono i viali.


E di nuovo,

Oltre il gelo della neve,

Il fiorire dei biancospini

E poi dei mandorli

E delle margherite nei prati.


Tornerà il verde delle foglie,

Il primo sole caldo

Tra la pioggia di marzo

Ed il tepore incerto di aprile.


Tornerà maggio

Col regno delle rose

Come un soffio di speranza

A posarsi sulle cose.


 

New York 

 

Le tante sfumature

Sulla trama della pelle

Si sciolgono nei colori

Intrecciati da mille culture,

Come al mattino

Il profilo dei grattacieli

Si confonde

Nella nebbia grigia della baia.

 

Il vento dell'Atlantico

S'incunea nelle strade,

Percorrendo i ponti sospesi,

Portando con se

Un pizzico di silenzio

E l'antico sapore

Di storie lontane.

 

Il lungo fiume di auto gialle

Lega le ore frenetiche del giorno

Agli angoli stupefacenti 

Dipinti con le luci 

Ipnotiche della notte.

 

Verticalità vitree

Di moderna trasparenza

Si lanciano contro il cielo

Svettando sopra le facciate

Dalla pelle di mattoni.

 

Carretti fumanti

Di cibi consumati correndo

Accompagnano il ritmo

Veloce della vita,

Tra la solitudine di chi guarda

La punta dei grattacieli

Dal basso di un marciapiede.

 

Ed in questo insieme

Di colori, di sguardi, di odori

Di luci strabilianti,

In queste strade colme di vita

Ognuno tiene la sua libertà,

La sua mela rossa tra le dita.

 

Le note jazz di  una tromba

Annunciano il mattino:

Ho solo sfiorato le tue strade

Scattando qualche foto

Lungo il mio cammino.

 

Si risveglia la Brodway

Ed ognuno che vi passa

Per poco o per sempre,

Bianco, nero, giallo,

Povero o ricco che sia

Sarà solo un tuo cittadino

Che farai sognare sempre

Confondendo un po' la realtà

Mentre accendi,

Dall'Empire State Building,

Tutte le luci della fantasia.

 

NYC, lunedì 2 aprile 2018

 

 

Fiordinotte

(Liberamente tratta dall'omonima fiaba di Leonardo Sanna Passino)


I tuoi petali bianchi,

Rinchiusi dalla tristezza

Nel mondo della notte,

Sbocciavano all'improvviso

Sotto l'argento della luna.


Nessuna farfalla

Ti cercava il sorriso,

Nessuno che ti sfiorava l'anima

Né un'ape, né un maggiolino.


Eppure non eri

Un fiore sbagliato,

E c'era senz'altro una ragione

Perché quel giorno 

Tu fosti sbocciato.


E cosí una notte

Tra i petali del dolore

Ti scivolò una lacrima

Che si mescolò al sudore.


All'improvviso

Nel bosco si liberò un odore

Ed il cuore della notte

Si colorò

Col bianco dell'amore.


Fu così, Fiordinotte,

Che ti liberasti dalla tristezza

Come se, ad un tratto,

Fosse stata spazzata via 

Dal vento, dalla brezza.


Anche tu,

In questa parte d'universo,

Trovasti la ragione

Del tuo essere diverso,

Perché fu solo grazie a te

Che dal profumo

Tutto il mondo

Venne sommerso.



Addormentarsi


Guardo il mare

Divenire scuro

Sullo spegnersi

Del crepuscolo,

Mentre la sera

Si scioglie

Poco a poco

Sul velo nero 

Della notte.


La risacca 

Brontola sottovoce

Accarezzando

Gli scogli

Sfiorati dal riflesso

Bianco della luna.


Alzo gli occhi

Per guardare

Le prime stelle

Accendersi

Sul silenzio

Della mente.


Ed i pensieri

Se ne vanno,

Come  navi

Che si perdono

Sull'orizzonte,

Come lanterne

Che sfumano

Tra le nuvole.


Chiudo gli occhi

Sulle carezze 

Di questa brezza

Che bacia il mio viso,

Come la bocca

D' una madre

Bacia la pelle

D'un bimbo,

Bianca e morbida

Come i petali d'un giglio.



Incontro


Chissà

Se potrà avverarsi,

Chissà

Se potrà schiarirsi

L'oscurità della notte.


La nebbia riflette

La luce dei fanali

Sul cristallo degli occhi,

Mentre l'animo

Plasma le curve

Sul filo dei pensieri.


Saranno  brevi attimi

D'un tempo infinito,

Piccole gocce di felicità

Come acqua nel deserto.


Ora guardo il tuo viso

Che risplende al sole,

Sento il tuo profumo,

Bacio i tuoi capelli.


Tutto me stesso

In questi brevi istanti

Che sfuggono 

Dalle mie mani,

Come sfugge il sogno,

Alla fine della notte.



Le cose


Oggetti senz'anima
Che sopravvivono
Alle nostre mani,
Alla nostra esistenza.


Che assistono muti
Al fiume  infinito
Delle nostre parole,
Dei nostri silenzi,
All'indifferenza.


I nostri occhi
Guardano le cose,
Come silenti fantasmi
Che circondano la vita,
Come lontani ricordi
Che ogni giorno
Ci sfiorano,
Distrattamente,
Le dita.



Il sudore


Si, è questo

Il mio odore,

È questo il colore

Delle mie parole,

L'odore intenso

Della mia pelle.


Questo è

Il mio  sudore

Come la rugiada

Del mattino

Sui campi 

Solcati dal dolore.


Della fatica la vita

Ne addenta il sapore

Per saper riconoscere

Ogni giorno,

Nelle cose semplici,

Il vero valore.



Imperfetto


Nella luce fioca

Della penombra

Sfioro con le mani

La superficie delle cose.


Ne cerco l'essenza

Per comprenderne

La trama sottile,

Per percepirne

La sostanza e la radice.


E sfiorando leggo

Impercettibili difetti

Che dell'uomo

Sono i segni 

Dell'anima e della mente.


O forse solo la traccia

Delle curve ardite 

Dei suoi pensieri,

In quei momenti in cui,

Creando le cose,

Alza gli occhi al cielo

Per guardar le stelle.




Assenze e presenze


Vi sono

Assenze  e presenze,

Stanotte,

Di fronte al mare

Dei miei pensieri.


Assenze lontane

E presenze vicine.


Vi sono

Telefonate non fatte

Con parole già dette.


Vi sono

Pensieri che sento

Arrivar da lontano,

Come barche d'argento

E che ondeggiano

Sul mare ch'ora guardo

Agitarsi nel vento. 




Il cappello


Ripongo

Le ultime cose

Nella  valigia

Mentre scorre

Il tempo 

Sulle lunghe ore 

Del silenzio.


Guardo 

I miei occhi

Riflessi sullo specchio

E dipinti dal senso                  

Dolcissimo

Della tristezza.


Mi asciugo

La faccia 

Prima di prendere

Il cappello tra le mani,

Spegnendo la luce

Sulle stanze vuote.


È giunto il momento

In cui solo il vento

Può ascoltare i pensieri

E solo io i miei passi

Che conto ad uno ad uno

Come da bambino

Contavo, sopra il muretto,

La lunga fila dei sassi.





Preferisco


Preferisco

L'odore delle osterie

Alla saccenza 

Di certi salotti

Colmi d' ipocrisie.


Preferisco

La semplicità

Delle persone, della gente

Ai templi elevati

Sulla vanità intellettuale,

Sull'ostentata presunzione

Della propria mente.


Non so se le mie parole

Abbiano un valore

Oppure siano niente:

Ciò che conta

È che sul filo del tempo

Possano qua è là colorare

Qualche piccolo tratto

Del vostro presente.